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Coronavirus


Uno scenario da Plug Inc. che si riversa sulla vita reale. Il corona virus continua a espandersi, con esso lo sconquasso più totale.

Ultimi aggiornamenti

Notevoli sono gli scompigli che si stanno muovendo in Europa e nel Mondo riguardo l’epidemia che vede come epicentro la Cina, il cuore dell’Asia. Molti paesi hanno serrato i propri confini, molte aziende internazionali si sono affrettate a chiudere i propri centri situati nel Paese infetto, ogni giorno nuovi casi sospetti di possibile infezione virale vengono riscontrati, allarmando e scuotendo gli animi di tutti. Cerchiamo di analizzare meglio la situazione.

Breve recap situazionale

  • Una prima segnalazione si registra il 31 dicembre 2019 nella città di Wuhan, ma con ogni probabilità sarebbe a partire dall’ 8 dicembre che la malattia avrebbe dilagato.
  • Il 1° gennaio 2020 le autorità hanno disposto la chiusura del mercato e l’isolamento di coloro che presentavano segni e sintomi dell’infezione.
  • Il primo decesso si registra il 9 gennaio 2020.
  • Il 17 gennaio l’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) dichiara un rischio “moderato” della possibilità che il virus raggiunga l’Europa.
  • Il numero di infettati si staglia a 140 in Cina, il 20 gennaio
  • Il 21 gennaio viene registrato il primo caso negli Stati Uniti, globalmente vi sono 312 casi e 6 decessi.
  • Il 24 gennaio vengono segnalati 2 casi in Francia.
  • Il 26 gennaio l’OMS alza il livello di percolosità del virus a “Molto alto”.
  • Il 27 gennaio il Canada affronta il primo caso di contagio nell’Ontario, viene confermato anche in Germania un primo caso.
  • Il 29 gennaio salgono a più di 130 i decessi totali. Le compagnie aeree interrompono tutti i voli per la Cina. Alcune aziende fermano la produzione in Cina, come la Toyota. Il governo cinese prolunga le festività. Il governo russo dispone la chiusura del confine con la Cina e limita le tratte ferroviarie.
  • il 30 gennaio il ministro della Salute parla di elevata probabilità di diffusione globale, in Italia.
  • il 1 febbraio viene scoperta la sequenza del genoma del coronavirus dal team italiano, vengono effettuati i primi studi su un possibile vaccino

Situazione odierna

Questa la situazione attuale: il vermiglio è chiaramente concentrato in Cina, zona di epicentro, d’altronde, dell’epidemia, con 44 mila e più casi. In totale, oggi, 12 febbraio, ore 15.30, il numero complessivo di casi vira verso i 50 mila. I casi crescono, i morti 1000. Maggiore speranza sprizza dal valore verde dei guariti: 5000 e poco più. La curva della crescita sembra vedere un rallentamento, il segno della fine del contagio? Sperare in bene di certo non nuoce.
Ci spostiamo a questo punto in Europa e in Italia: 16 i casi in Germania, 11 in Francia, 8 negli UK, 2 in Russia, 2 in Spagna. In Italia la situazione resta stabile da circa una settimana, con 3 casi isolati.

Origine del virus

Sull’origine di 2019-nCoV ancora non c’è certezza. Si possono per ora formulare delle ipotesi, alcune anche fantasiose. Secondo alcuni virologi il coronavirus può trasmettersi solo tramite mammiferi e ucceli e non ci sono prove che possa infettare altre specie di animali. La verità è che “Nulla realmente supporta l’ipotesi dei serpenti”, come afferma Robertson. Secondo il virologo, è improbabile che il virus abbia avuto il tempo di infettare un altro animale ospite per alterare il suo genoma e infine giungere negli organismi umani. Gli fa l’eco Brandao, dell’Università di San Paolo. Secondo un’altra ala di scienziati, il coronavirus sarebbe sopraggiunto nell’uomo a partite da un virus ricombinante il coronavirus del pipistrello e di un altro di origine sconosciuta, probabilmente un serpente. Le ricerche devono ancora espandere per bene le conoscenze.

Sintomi

L’infezione da coronavirus 2019-nCoV nell’uomo comporta una malattia chiamata COVID-19. I pazienti contagiati dal virus accusano solitamente sintomi simili all’influenza, come febbre (in oltre il 90% dei casi), tosse secca (oltre l’80% dei casi), stanchezza, respiro corto (circa 20% dei casi) e difficoltà di respiro (circa 15% dei casi) che sono stati descritti come “simil-influenzali”. Il periodo di incubazione è poi compreso tra 2 e 10 giorni e non appare chiaro se durante tale periodo il paziente possa essere realmente contagioso. Casi più gravi prevedono la comparsa di polmonite ,insufficienza renale acuta fino ad arrivare al decesso del soggetto. Talvolta, si riscontra anche leucopenia e linfocitopenia.

Prevenzione e trattamento

Fino ad oggi, non esiste alcun trattamento o vaccino nello specifico per la polmonite del coronavirus. A scopo di prevezione, l’Organo della Sanità raccomanda di lavarsi le mani regolarmente, coprendo bocca e naso. Si consiglia, per alleviare i sintomi, utilizzare farmaci antinfluenzali, bevendo liquidi e riposando. Tra gli obblighi, specie nelle città colpite dall’infenzione, c’è l’utilizzo di mascherine chirurgiche e filtrate, a tutela del singolo e della collettività.

Cosa succede in Cina?

La Cina, a fronte di una situazione tanto disastrata, reagisce in realtà con forza. Nel giro di 10 giorni è stato completato un ospedale da 1000 posti, moderno e provvisto dei diversi macchinari et cetera. Le scuole sono state chiuse, ma le lezioni continuano a ritmo levato: da casa gli studenti possono connettersi con gli insegnanti e stare al passo col programma, grazie ai mezzi telematici moderni.

Gli italiani in Cina

La spiacevole epidemia coglie impreparati e sorpresi coloro che si erano recati in Cina per un soggiorno all’insegna di un contatto ravvicinato con una cultura differente e di una conoscenza approfondita della lingua. Ragazzi di età compresa tra i 14 e i 17 anni che avrebbero soggiornato in Cina per 1 anno, secondo quanto prescritto dai programmi intercultura di cui sono stati i beneficiari, sono ora stati costretti ad essere reimpatriati, nello sgomento di loro. I ragazzi AFS in questioni sono tornati tra il 31 gennaio e il 1 febbraio e tutt’ora stanno seguendo le diverse procedure di controllo etc. Uno di questi è rimasto in Cina, per uno stato di salute non adeguatamente stabile per un volo di 13 ore e più. Si tratterebbe di un’influenza, ma i dati non sono ben chiari.

A rischio il 60% della popolazione

Come spiega Leung, sarà infettato il 60 percento della popolazione mondiale, in quanto complesso è il contenimento dei contagi nei diversi Paesi orientali, aventi un sistema sanitario non avanzato. Tale percentuale si riferisce principalmente ai Paesi, dunque, asiatici, la cui popolazione è incommensurabile. Di certo l’Europa è assolutamente esclusa dalla possibilità di contagi, grazie proprio ad un sistema sanitario all’avanguardia.

Bisogna tener conto che la popolazione asiatici è infatti pari a 4.463 miliardi e che costituisce circa il 57.58% della popolazione globale. Nulla di chi preoccuparsi per gli Occidentali, dunque.